STORIA

La coltivazione di questo frumento era storicamente diffusa tra il Fermano e il Piceno. Il nome stesso deriva dal termine dialettale locale “jerva” ovvero erbetta.

Il nome sta ad indicare le dimensioni ridotte di questa pianta rispetto ai classici grani. Piuttosto robusto era coltivato anche per le sue fibre utilizzate nella fabbricazione dei cappelli, attività molto diffusa ancora oggi nelle zone di Massa Fermana, Montappone e Falerone. Il grano Jervicella la sua massima diffusione nel territorio regionale tra le due guerre mondiali per subire poi un rapido declino andato di pari passo con lo spopolamento dei centri dell’entroterra in favore delle aree costiere.

UTILIZZI GASTRONOMICI

La farina viene impiegata prevalentemente per la panificazione. Grazie al suo basso contenuto in glutine è stata utilizzata anche per la produzione di pasta caratterizzata da leggerezza e digeribilità. Ancora oggi la paglia viene usata per la fabbricazione dei tradizionali cappelli.

DESCRIZIONE MORFOLOGICA

Sviluppo della pianta: determinato
Portamento: eretto
Altezza della pianta: 100-130 cm
Fusto: cilindrico di colore verde glauco
Accestimento: elevato
Infiorescenza: spiga mutica di colore rossigno
Lunghezza spiga: 10-15 cm
Periodo di spigatura: seconda decade di maggio
Frutto: cariosside uniseminata secca, indeiscente
Produzione: 35/40 q.li/ha
Peso 1000 semi: 47/50 gr
Conservazione seme: secco

I CUSTODI

Az. Agricola Roso Dino

Il signor Dino rileva nel 1999 l’azienda appartenuta al padre con il progetto di coltivare il grano da trasformare nel laboratorio di panificazione gestito insieme alla moglie. Nei suoi 12 ettari produce grano Jervicella e grano tenero con cui realizza pasta e pane venduti direttamente nel suo forno a Monte Giberto e in alcuni esercizi commerciali della zona. La sua è da sempre una visione rivolta alla conservazione delle tradizioni e delle coltivazioni a rischio estinzione.

Via Diaz,5 Montegiberto

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