Tappa 1

Fico a Cuore

Varietà diffusa fin dal 1700 tra Umbria e Marche. Il suo nome deriva dalla forma tipica del frutto. Oggi l’accessione è diffusa nella Regione e, certamente, nell’area del Conero sia nel tratto costiero che in quello collinare; qui è ben conosciuta dai coltivatori come una delle varietà maggiormente presenti nel passato.

Descrizione

Caratteristiche

L’albero è di buona vigoria, portamento semieretto con chioma compatta; rami di un anno dal portamento sinuoso caratteristico. La foglia è palmatopartita, prevalente la forma trilobata, con lobo centrale poco pronunciato e circolare, margine appena ondulato. Il frutto è cuoriforme asimmetrico, colore di fondo verde giallastro con lenticelle bianche irregolari e peso variabile da 60-70 grammi. La polpa è violacea, dolce e delicata con liquido leggermente mieloso.

Coltivazione

Questa varietà non mostra particolari esigenze pedoclimatiche, presenta anzi una produttività elevata e buona resistenza alle fitopatie.

Utilizzo Gastronomico

Si presta sia al consumo fresco che all’essiccazione

Fico del Diavolo

La zona di origine è sconosciuta ma molti aspetti fanno pensare ad una vicinanza genetica con la varietà “Citrulara” presente in Puglia e Calabria. Oggi è certamente diffusa nell’area marchigiana e abruzzese ed in particolare nell’area del Conero è presente sia nel tratto costiero che in quello collinare. Conosciuta dai coltivatori come una delle varietà presenti da sempre nella zona.

Descrizione

Caratteristiche

Albero di scarsa vigoria e portamento semieretto con chioma poco compatta; rami di un anno ricurvi e sottili. La foglia adulta è palmatopartita, da tri a pentalobata con lobo centrale pronunciato e pentagonale. Il frutto è di colore di fondo viola scuro-vinoso più marcato sulle costolature; piriforme allungato dal peso variabile da 100 a 120 grammi. La polpa è granata con sapore intenso e liquido leggermente acidulo.

Coltivazione

Non presenta particolari esigenze, la produttività è elevata ed è resistente alle fitopatie. Utilizzo Gastronomico Si consuma fresco in prevalenza ma presenta una buona resistenza alla manipolazione.

Fico Pagnotta

L’origine è sconosciuta. Di sicuro si conosce l’attuale area di diffusione che si identifica con quella del Parco del Conero. In questa zona infatti quasi tutti gli agricoltori locali conoscono questa tipologia coltivata nei pressi delle abitazioni rurali.

Descrizione

Caratteristiche

La pianta è di elevata vigoria, portamento semieretto con chioma compatta; rami di un anno dal portamento ricurvo. La foglia è palmato partita profondamente incisa ed è prevalente la forma pentalobata. I frutti sono di forma globosa, colore di fondo verde scuro con sovraccolore dominante porpora con lenticelle sperse bianche; peso variabile da 90 a 100 grammi. La polpa è granata, di sapore intenso e liquido leggermente acidulo.

Coltivazione

La produttività è elevatissima e presenta un’alta resistenza alle fitopatie.

Utilizzo Gastronomico

Si consuma fresco.

AGRICOLTORI

Baldoni Alfeo. Marconi Carlo, Richard Leo, Santinelli Leonardo, Stecconi Pierino, Bolognini Massimo

Le aziende agricole e gli hobbisti coltivano da sempre le antiche varietà di fichi autoctoni che poi vengono venduti sul posto o conferiti ai mercati locali.

COSA VEDERE

Riviera del Conero

Il promontorio del Conero offre piccole e intime spiaggette spesso accessibili solo dal mare o tramite percorsi di trekking più o meno difficoltosi attraverso lussureggianti boschi di macchia mediterranea. Qui la qualità delle acque è eccellente, l’estrema limpidezza lascia intravedere il fondale popolato da numerose specie marine. Si tratta del luogo ideale per una vacanza a stretto contatto con la natura che unisce nello stesso luogo mare e montagna.

COSA VEDERE

Parco del Conero

Tutto il territorio del monte Conero è protetto dal 1987 dal Parco Regionale del Monte Conero che si estende su tutto il promontorio e sul tratto di mare antistante per oltre 60 chilometri quadrati. E’ abitato da numerose specie di uccelli ed è uno dei luoghi preferiti dagli amanti del Bird Watching. Inoltre nei suoi boschi sono presenti in numero importante rettili e mammiferi tipici dei boschi mediterranei e anche qualche esemplare di lupo. La zona poi è ricca della tipica flora mediterranea che va da corbezzolo al ginepro alla ginestra e al pino d’aleppo

COSA VEDERE

Grotte di Camerano

Nel borgo di Camerano si cela un percorso ipogeo che conduce a splendidi ambienti ricavati dalla pietra arenaria. Un intricato labirinto di cunicoli su diversi piani che mettono in comunicazione i sotterranei dei palazzi aprendosi talvolta in grandi sale, alcune abbellite da colonne, nicchie o sculture. Questi ambienti in passato erano vie di fuga, magazzini, cave ma anche luoghi di ritrovo e di culto i cui simboli sono ancora ben visibile lungo le pareti. Le grotte a Camerano hanno anche rappresentato una salvezza dai bombardamenti della seconda guerra mondiale durante la quale furono utilizzate come rifugio antiaereo salvando moltissime vite umane. Quella delle grotte è una storia che s’intreccia da sempre con la vita degli abitanti della superfice. Una storia sapientemente raccontata dalle guide che nella penombra degli ambienti ipogei conducono il visitatore nello spazio e nel tempo attraverso emozioni ancestrali ampliate dall’oscurità e dal silenzio.